Non sprecare risorse e non sprecare fiducia

A proposito degli scaldacollo comprati dalla Provincia

In una terra dove ogni abitante nasce praticamente dotato di sciarpa, e chiunque passa qui in inverno se ne procura subito una, la distribuzione di scaldacolli pagati con i soldi pubblici ha suscitato molte perplessità.

Forse l’intenzione era buona: sappiamo ormai che coprirsi la bocca quando si esce è sicuramente da raccomandare, visto l’alto numero di asintomatici tra di noi. Dobbiamo comportarci tutti come se fossimo portatori sani (perché potremmo non avere mai sintomi, o potremmo avere i primi sintomi domani, mettendo a rischio ogni nostro contatto già oggi).

In Italia abbiamo passato settimane a discutere sull’utilità delle mascherine (la stessa identica discussione che si ripete oggi in altri paesi): serve, non serve, serve solo a chi è ammalato o ai ai medici…. La realtà è che, se ce ne fossero abbastanza, le dovremmo mettere tutti – non per proteggerci (per quello devono essere molto tecnologiche), ma per proteggere gli altri dalle nostre goccioline potenzialmente infette. Un altro tassello nella grande tela della responsabilità che, fino al vaccino, sarà l’unica arma per fermare il contagio.

Quindi l’invito a coprirsi la faccia, ripetuto incessantemente dal Landeshauptman Arno Kompatscher e dall’assessore provinciale alla sanità Thomas Widmann in tutte le conferenze stampa quotidiane della Giunta, è senz’altro appropriato, e deve continuare. Usate la sciarpe, le bandane, gli scaldacollo che avete in casa, hanno esortato, indossandone uno anche loro. Un ottimo esempio che, fin qui, andava benissimo.

Ma spendere 450mila euro (il prezzo confermato dal direttore dell’Azienda Sanitaria Florian Zerzer secondo l’Alto Adige del 23 marzo) per una spesa assolutamente non necessaria in un momento in cui i soldi pubblici servono per tenere in vita le persone e l’economia (e serviranno per un lungo periodo) è un grave errore – di strategia e di percezione.

È importante però che errori come quello degli scaldacollo non vengano ripetuti, affinché le risorse finanziare e umane si concentrino su quello che è imperativo fare e affinché continui la fiducia nelle istituzioni, il collante che terrà insieme la fondamentale risposta sociale alla pandemia.

Di strategia, perché si usano risorse che potevano essere usate meglio e perché, oltre ai soldi, è stato speso tempo per cercarle, farle arrivare, distribuirle. E di percezione, perché sembra che la Giunta si occupi di cose inutili, senza pensare alle conseguenze (la gente che esce di casa apposta per prenderle), con l’aggravante che le bandane sono state acquistate da una ditta di proprietà dei cugini dell’assessore Widmann. Le critiche vengono rigettate come attacchi alla lotta contro la pandemia. “Lasciateci lavorare,” dice Widmann.

Nelle scorse settimane molti politici e imprenditori locali si erano scagliati contro la Germania che allertava della presenza di focolai di coronavirus nelle nostre località sciistiche.

Così come erano ampiamente legittimi gli allarmi della Germania, interrogarsi sulla validità di questo costosissimo acquisto è giustificato. Non si critica per il gusto di farlo, ma per aiutare a migliorare il tiro in corso d’opera. 

Ora è il momento di lavorare insieme e andare avanti. Dobbiamo riconoscere che il LH e tutti gli assessori stanno facendo sforzi sovrumani per arginare la marea del virus, e dobbiamo tutti sostenere questo sforzo, insieme a quello degli eroi in prima linea – infermieri, medici, tutto il personale ospedaliero. 

È importante però che errori come quello degli scaldacollo non vengano ripetuti, affinché le risorse finanziare e umane si concentrino su quello che è imperativo fare e affinché continui la fiducia nelle istituzioni, il collante che terrà insieme la fondamentale risposta sociale alla pandemia.

Nella conferenza stampa del 23 marzo, il Presidente Kompatscher con una mascherina, lascando allo scaldacollo il compito dato dal suo nome

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